Sebbene sia passata l’Epifania, sono andata a visitare il presepe vivente di Pezze di Greco, che si trova a Fasano, in provincia di Brindisi.
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Personalmente è dura lasciar andare le feste natalizie: le decorazioni, le luci, le musiche, le bancarelle nei centri storici, i cibi tipici del periodo, le persone che contano, le attese e… i presepi.
Minimal o enorme, classico o moderno, di statuine o vivente, il suo allestimento e gli eventi a esso legati rappresentano una tradizione ancora sentita in Italia (6 persone su 10 lo considerano importante, secondo un’indagine Coldiretti, Confartigianato e Ipsos), per il suo valore simbolico.
A Pezze di Greco, una frazione del comune di Fasano, a Brindisi, il presepe vivente si espande fino ad occupare un vero villaggio rupestre in località Lama del Trappeto, in cui le grotte e le ‘lame’ – canali di quelli che furono, probabilmente, antichi letti di torrenti – fanno da sfondo a figuranti in costume popolare, intenti ad adoperarsi nelle più disparate azioni della vita quotidiana della civiltà contadina di fine Ottocento e inizio Novecento.
L’importanza delle grotte

Le cavità naturali di roccia tufacea caratteristiche del presepe, furono scavate e ampliate a fini abitativi per ovviare alle scorribande dei barbari nell’epoca post romana. La civiltà che vi si insediò, come possiamo leggere anche sulla pagina Facebook del Presepe, vide il suo maggior sviluppo intorno al XII, XIII secolo, “in seguito alla fuga dei monaci basiliani dal vicino Oriente a causa delle guerre iconoclastiche”.
La grotta è il nucleo della vita quotidiana: si compone di un ambiente più grande, in cui si espletavano le principali attività, collegato a spazi più contenuti dedicati alle stanze da letto, ai focolari e alla conservazione di provviste e oggetti.
Una tradizione sentita e sempre più conosciuta
La rappresentazione va in scena da 34 anni e attira ogni anno più di 20.000 spettatori da tutta Italia; il consistente flusso di persone ha richiesto un’organizzazione mirata a ridurre le file ed eventuali problemi di sicurezza; da quest’anno, infatti, è stato necessario prenotare la visita online sul sito ufficiale del Presepe Vivente di Pezze di Greco.
Come visitare il presepe vivente di Pezze di Greco
Alla costo di 3 euro ad adulto (avrei pagato volentieri di più!) per circa 2 ore di visita dell’intero villaggio, è possibile fare un tuffo nel passato, passeggiando tra i personaggi, le loro case e le attività in cui sono impegnati. Uno spettacolo dal vivo, ma senza posti a sedere e barriere.
Per chi non volesse o non potesse percorrere tutto il villaggio, che segue un itinerario preciso, è disponibile un secondo percorso in versione ridotta, adeguatamente segnalato.
Vivere il presepe: che emozione!
I figuranti sono così bravi a recitare le loro parti, che quasi ci si dimentica di essere nel 2023; un plauso ai bambini: c’è chi tira l’asinello, chi ricama, chi gioca a carte… e facendolo per ore, ti chiedi come mai quando te li ritrovi davanti sia come se lo stessero facendo per la prima volta: bravi, bravi, bravi! Mi piace pensare che per loro, questa occasione, sia un enorme gioco di ruolo in cui lasciare da parte, per un po’, ogni distrazione tecnologica per tornare a essere attivi con la testa e con le mani.
La cura del dettaglio è maniacale; a colpirmi maggiormente, i profumi e i sapori dei cibi preparati e cotti sul momento (buonissime le pettole), le scene di vita familiare, le chiacchiere tra uomini intorno a un tavolo, tra bambini che giocano o tra donne che lavorano. I personaggi che passano tra i visitatori rendono realistico e vivo il villaggio, e ammetto di essermi quasi spaventata quando, alzando gli occhi su una collina, ho scorto un cacciatore con il fucile in mano, che osservava il paesaggio circostante.
Tutti sono disponibili a fornire informazioni e a rispondere alle domande sugli usi di allora. “Mi scusi, questo è un cestino?“, ho chiesto a un uomo all’interno di una grande grotta contenente un frantoio. No, non era un cestino, ma un filtro per la produzione dell’olio! Vi invito a chiedere, a calarvi senza indugio nella parte dell’ignorante, perché si imparano tante cose 🙂
Insomma, a godere non sono solo gli occhi, ma vengono reclutati tutti i sensi.




Quelle grotte antiche rivivono oggi come allora, tenendo viva la memoria ma anche la magia del Natale, che secondo me è fatta di meraviglia nei confronti di ciò che è semplice e per questo prezioso, perché spesso dato per scontato.
Allora, hai inserito in agenda la visita di questo presepe per le prossime festività natalizie? 🙂